Senigallia Città della Fotografia vuole rendere omaggio a due dei più raffinati fotografi italiani del XX secolo. Si tratta di Giuseppe Cavalli, la cui presenza è stata determinante per Senigallia, a cui viene affiancata l’opera non meno importante del fratello Emanuele, grande artista della Scuola Romana, conosciuto prevalentemente per la sua produzione pittorica, del quale questa mostra vuole celebrare i meriti anche in fotografia.
La mostra presenta una sessantina di opere fotografiche di Giuseppe e una quindicina di Emanuele. La scelta di foto è in parte inedita: si tratta, infatti, di materiali provenienti dall’Archivio Giuseppe Cavalli, prima con sede a Roma e oggi a Lucera, ed è una piccola antologica in cui ci sono nudi, nature morte, paesaggi e ritratti perfettamente in sintonia tra loro. Sono questi i temi maggiormente affrontati da Cavalli, fotografie che si contraddistinguono per l’essenzialità, non ci sono orpelli, ogni dettaglio è studiato e l’attenzione è nei confronti della composizione e della spazialità.
“Il soggetto costante di Cavalli è la luce o per meglio dire, la luminosità per se stessa” – afferma Angela Madesani, curatrice della mostra – “I suoi lavori e queste 50 immagini in mostra ne sono evidente testimonianza, parlano dell’esistenza in senso ampio. Sono immagini di lentezza, che meritano lunghi, dilatati tempi di osservazione. Non esistono regole di comprensione del suo lavoro, è meglio limitarsi a guardare per cercare di entrare nella profondità del mondo cavalliano, un mondo colmo di senso, che tutto è tranne che estetizzante“.
Anche le immagini di Emanuele Cavalli sono perlopiù inedite, a parte alcune di esse proposte nel 1993. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere questa parte della produzione di Emanuele Cavalli. Al centro del suo interesse, in pittura come in fotografia, è sempre la forma, che egli stesso diceva di perseguire nella sua precisione assoluta, senza le variabili della luce e del colore. Nelle sue opere si notano le influenze che ebbero la fotografia americana degli anni Trenta, il rigore del Bauhaus e la pittura Cézanne.
I fratelli Cavalli nascono a Lucera, vicino Foggia, nel 1904 in una ricca e numerosa famiglia di proprietari terrieri dove l’interesse per l’arte si manifesta già nel fratello maggiore Pasqualino. Quando i gemelli si trasferiscono a Roma, Giuseppe sceglie gli studi universitari in Giurisprudenza mentre Emanuele fin da subito sceglie la pittura come carriera e si forma nello studio di Felice Carena entrando in contatto con il mondo artistico romano e partecipando negli anni anche a importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia e la Quadriennale di Roma.
Gli anni Trenta segnano per entrambi l’avvicinamento alla fotografia, che vivono come una forma d’arte non inferiore a nulla, “un mezzo e come tale può essere utilizzato anche per dare vita a ricerche di natura artistica e anche la fotografia documentaria di qualità può essere intesa in tal senso. Contano il progetto, l’intenzione, il pensiero, ma anche la capacità di gestione delle ottiche, del negativo, della sua stampa e dunque la qualità dell’esito finale” racconta la curatrice.
Giuseppe negli anni ’40 diventa animatore del gruppo fotografico La Bussola insieme, tra gli altri, a Mario Finazzi e Federico Vender, una delle esperienze più entusiasmanti della storia della fotografia italiana del XX secolo molto ammirata anche all’estero.