Senza se e senza ma, nelle Marche la pillola abortiva RU486 non entrerà nei consultori. L’Assessore Saltamartini, appoggiato da tutta la maggioranza è stato molto chiaro “Le linee del Ministero non modificano le norme. La pillola abortiva nelle Marche non sarà data nei consultori. Perché le linee guida non ci vincolano”.
Con questa determinazione è stata respinta la mozione del PD che chiedeva a forte voce la somministrazione della Pillola RU486 nei Consultori come indicato dalle Linee Guida emanate in agosto dal Ministero alla sanità.
Un segnale importante decisamente contrapposto al pensiero unico che vede nell’autodeterminazione l’emancipazione della donna.
Il dibattito era iniziato il 15 dicembre scorso con la presentazione di due mozioni, la prima proprio quella del PD e la seconda quella del Consigliere di Fratelli d’Italia Elena Leonardi che chiedeva invece di applicare la Legge 194 nella parte riferita alle politiche a sostegno della natalità della famiglia.
Proprio su questo punto l’Assessore Saltamartini ha aperto alla collaborazione con le associazioni private che difendono la vita, uno spiraglio che potrebbe essere determinante per dare alle donne le giuste informazioni e spiegare loro tutte le alternative possibili a questa decisione drammatica.
Le reazioni non si sono fatte attendere con una minoranza che si ostina a definire l’aborto come un diritto di autodeterminazione della donna.
Soddisfazione invece da parte delle associazioni pro-vita e dai movimenti politici che lottano per la difesa dei diritti inalienabili.

Soddisfazione espressa da Emmanuele Di Leo, Presidente di Steadfast, l’associazione che segue costantemente con attenzione i casi di eutanasia imposta come quello dei piccoli Charlie Gard e Alfie Evans.
“Siamo lieti della decisione dell’amministrazione regionale delle Marche di ribadire che le linee guida non sono vincolanti e che, come prevede la legge 194, le procedure per l’induzione all’aborto, – scrive Di Leo – anche chimico, sono da espletare in sede ospedaliera. Dal dicembre scorso la discussione su questo tema ha tenuto banco nelle cronache locali ma oggi pomeriggio la vicenda si è chiusa. Vedere che le forze di maggioranza hanno accolto le nostre istanze, facendo prevalere il buon senso, ci fa ben sperare in un futuro migliore per le Marche. L’aborto chimico – come anche l’aborto chirurgico – resta una pratica particolarmente drammatica che, – conclude il presidente Steadfast – oltre ad uccidere il figlio nel grembo della madre, la rende partecipe in prima persona della procedura e spesso dell’espulsione con conseguenze psicologiche che possono segnarla per tutta la vita”.

Angela Galassi, Coordinatore Hotspot Steadfast Regione Marche, ha inoltre dichiarato “La rinuncia femminile alla maternità a cui troppo spesso ci si trova costrette, mancando quelle condizioni che possano garantire e alleggerire una scelta veramente libera e consapevole a favore della vita nascente, in realtà, può significare per la donna rinunciare alla completa realizzazione del proprio progetto identitario. Alleggerire il processo decisionale e attuativo con una somministrazione farmacologica, sbandierando una fittizia autodeterminazione che, in realtà, travalica persino le competenze di ordine medico e preventivo, non significa certo eliminarne tutte le conseguenze negative ma, anzi, esporre le donne ad ulteriori danni psicofisici, oltre a rinunciare aprioristicamente a non tutelare la vita nascente, in un momento in cui il nostro Paese, e la nostra Regione in particolare, stanno soffrendo un inverno demografico senza precedenti. Coraggiosa e responsabile la decisione presa dal Consiglio regionale delle Marche che cerca di affrontare al meglio il presente, con uno sguardo proiettato al futuro, alla vita e alla famiglia.”

Anche Italia Cristiana ha espresso il suo grande entusiasmo per la bocciatura della Mozione PD, come si legge in una nota. “È una grande gioia sapere che, con una netta presa di posizione e numerose dichiarazioni che non lasciano spazio ai dubbi sull’orientamento in tema di aborto del nuovo governo della Regione Marche, oggi, la Mozione presentata dal PD per obbligare la Regione a consentire la somministrazione della RU486 anche nei Consultori come indicato dalle Linee Guida emanate in agosto dal Ministero alla sanità è stata respinta. Ed è una gioia – continua la nota – aver letto come tutti gli esponenti delle forze di maggioranza della Regione abbiano voluto sottolineare con coraggio come “oggi si debba lottare per la natalità” ma anche che “si debbano difendere i valori della famiglia e trovare i fondi per aiutarla” e ancora che “le donne debbano essere protette e che per questo debbano essere coinvolte anche le associazioni private per il diritto alla vita.” Da quasi vent’anni Italia Cristiana – conclude la nota – da sempre sostiene la difesa della vita dal primo all’ultimo battito del cuore ed è pronta ad affiancare la Regione Marche in questa coraggiosa battaglia”.

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