Sempre più spesso si sente parlare di persone intolleranti al lattosio, una condizione in cui il consumo di latte e latticini e latticini provoca una reazione non allergica che si manifesta con disturbi gastrointestinali come gonfiore, dolore e altri disturbi del genere.
Eppure secondo uno studio pubblicato su BMJ Open Diabetes Research & Cura, chi è abituato a mangiare latticini regolarmente e, in verità, anche in discrete quantità, svilupperebbe meno rischi di diabete. Ipertensione e malattie cardiovascolari.
Basterebbero infatti due porzioni al giorno di latte o formaggio per arrivare a questo risultato, come dimostrato dal campione formato da migliaia di partecipanti che hanno preso parte al progetto. In realtà questa correlazione è studiata da molti anni ma in questo studio particolare i ricercatori hanno voluto allargare gli orizzonti “assumendo” 190.000 partecipanti di età compresa tra i 35 e i 70 anni provenienti da 21 paesi diversi che sono stati monitorati per ben nove anni.
Agli individui sono stati consegnati dei questionari su cui appuntare ogni porzione consumata di latte, yogurt, bevande allo yogurt, formaggio ed, in generale, tutti piatti di ogni genere preparati con prodotti lattiero-caseari, oltre, naturalmente, tutte le abitudini di vita e lo stato di salute.
I ricercatori hanno poi valutato, con dei criteri differenti a seconda dei paesi di origine, il consumo medio quotidiano che è risultato essere di circa 179 gr
I risultati sono stati sorprendenti: due porzioni al giorno di latticini abbassava il rischio di sindrome metabolica ad una percentuale compresa tra il 24% e il 28% a seconda se si trattasse di latticini a contenuto di grassi più o meno basso. La stessa quantità di prodotti lattiero-caseari consumati è stata associata ad un rischio inferiore dell’11-12% per il rischio di ipertensione e diabete.
“Se i nostri risultati saranno confermati in studi sufficientemente ampi e a lungo termine – si legge in una nota dei ricercatori – l’aumento del consumo di prodotti lattiero-caseari potrà rappresentare un approccio fattibile e a basso costo per ridurre ipertensione, diabete e, in definitiva, eventi cardiovascolari in tutto il mondo.”
Una splendida notizia per il settore lattiero caseario che è il primo settore alimentare italiano e rappresenta ‐ da solo ‐ più del 12% del fatturato complessivo del comparto nazionale del cibo.
Nel settore, la cui produzione ha un valore di oltre 14,5 miliardi di euro, trovano impiego circa 25.000 lavoratori, per un indotto che coinvolge più di 100.000 famiglie. Ogni anno, le imprese italiane producono un milione di tonnellate di formaggi ‐ di cui 460.000 di prodotti DOP ‐ tre milioni di tonnellate di latte alimentare, un miliardo e ottocentomila vasetti di yogurt e 160.000 tonnellate di burro. Si tratta di prodotti di qualità, frutto di una nobile tradizione, di una sapienza tramandata di generazione in generazione e di una forte capacità innovativa.

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