Dopo l’operazione alla testa recentemente subita, le condizioni di salute del Pibe de oro sembravano essere stabili. Oggi,in mattinata, la sua abitazione nei pressi di Buenos Aires è stata raggiunta da numerose ambulanze a seguito del lamento, da parte del calciatore, di alcuni problemi respiratori. Qualche ora dopo El Clarìn lo annuncia: “murió Diego Armando Maradona.”. È un arresto cardiaco a uccidere la stella del calcio internazionale e a fermare nella storia questo giorno.
“Un impatto mondiale”, sentenzia il quotidiano argentino. Il 25 novembre 2020, a sessant’anni, ci lascia un gigante del calcio, amante della vita e dei suoi eccessi, di natura divina in campo, e perfettamente umano fuori. Un punto di riferimento per molte generazioni di giovani, un’icona che con il suo ineguagliabile talento ha cambiato l’Argentina, Napoli e il calcio.
Nato il 30 ottobre 1960 a Lanùs, Diego Armando Maradona, come tutti i bambini poveri della sua città, cresce con il pallone tra i piedi e, tra un tiro e l’altro, si conquista il soprannome di Pibe de oro, che porterà con sé per tutta la sua carriera.
Dopo aver militato per diversi anni nell’Argentinos Juniors, nel febbraio 1981 indossa la maglia del Boca. Per 25 milioni si trasferisce a Barcellona dove, fino al 1984, gioca per il club dei blaugrana. A Napoli, 80mila persone lo aspettano per la sola presentazione: inizia la vera favola. Maradona mostra tutto il suo talento ai tifosi e regala alla città il suo primo scudetto insieme a numerosi altri trofei.
Il 17 marzo 1991 risulta positivo alla cocaina in un test antidoping: così finisce la sua carriera italiana.
Costretto a più di un anno di stop, nel 1992, Maradona riscende in campo con il Siviglia, per tornare a giocare, l’anno successivo, in Argentina.
Oltre a una plurititolata carriera nei club, il Pibe de oro contribuisce, fin dai suoi 16 anni, all’affermazione della potenza della nazionale argentina, tanto da condurla, nel 1986, alla conquista del tetto del mondo.
Al contrario, la sua carriera da allenatore non è altrettanto fortunata: la panchina non fa per lui. Nel 1995 vince il Pallone d’oro alla carriera, che si somma ai numerosi riconoscimenti individuali guadagnati nel corso del suo talentuoso percorso.
Nonostante la sua figura sia una delle più controverse del mondo del calcio, Diego Armando Maradona rimarrà un punto di riferimento e un esempio per molti, che, porgendogli l’ultimo saluto, possono solo ringraziarlo per avere avuto il privilegio di veder giocare un campione così.