Tanto scalpore avevano suscitato le parole di Bergoglio circa una presunta apertura della Chiesa Cattolica alle unioni omosessuali. Il 21 ottobre scorso infatti giornali come Repubblica titolavano: «Coppie gay, papa Francesco: “Sì a legge sulle unioni civili”» commentando un’uscita di Francesco in cui proprio il Vescovo di Roma sembrava aver aperto al riconoscimento delle unioni tra omosessuali. E giù elogi e festoni da parte di associazioni lgbt, dei soliti giornalai al soldo della sinistra progressista, e non ultimi, anzi fin troppo numerosi, di alcuni Cattolici. Questi ultimi infatti sono stati tra i più eccitati all’idea di un Papa che ripudiasse la Dottrina della Chiesa, che cambiasse ciò che per definizione è immutabile, gente che sembra aver confuso la Parola di Dio con la lista dei desideri della Massoneria ateista e apolide finalizzata a realizzare, con un tocco di messianesimo qua e là, tutt’altro che cristiano, un fantomatico mondo perfetto dell’“amore universale” dominato da nichilismo e sincretismo religioso.
Accanto a questi però figurano altri Cattolici che, peccando di impazienza e “poca fede”, attaccano il Papa sul piano dottrinale e spirituale, nulla di meglio per dimostrare agli eterni nemici della Chiesa la sua attuale debolezza e alimentare quelle forze centrifughe che covano da sempre al suo interno e che vanno a minare uno dei concetti cardine della Chiesa romana: la sua unità.
Le parole di Bergoglio, su due piedi fraintendibili, hanno scatenato anche la reazione delle associazioni degli omosessuali cattolici che prontamente, con apprensione ma con rispetto, hanno richiesto dei chiarimenti alla Santa Sede; questi chiarimenti alla stampa non sono mai arrivati, ma sono arrivati ai Nunzi Apostolici di tutto il mondo ai quali è stata appunto recapitata nei scorsi giorni una lettera in cui vengono forniti «alcuni elementi utili, nel desiderio di favorire, per Sua (di Papa Francesco, ndr) disposizione, un’adeguata comprensione delle parole del Santo Padre» come riporta Avvenire (https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/unioni-omosessuali-papa-nota-esplicativa-del-vaticano-ai-nunzi) . Nella suddetta si specifica come le parole di Francesco siano state vittima di quello che sembrerebbe essere un volgare, e indegno, “copia-incolla” all’interno del documentario diretto da Evgeny Afineevsky dedicato proprio a Sua Santità. Per ulteriori chiarimenti rimandiamo al sopra citato articolo di Avvenire, noi invece qui vorremmo fornire una nostra personale interpretazione della vicenda che evidenzia delle indubbie sviste di Francesco non tanto ascrivibili alla sfera dottrinale quanto a quella politica e comunicativa. Mentre però nel primo caso si potrebbe anche credere, anzi potremmo dire che in un certo senso un cattolico dovrebbe, alla buona fede del Papa (che comunque tradisce quantomeno dell’ingenuità) dall’altro non si può non evidenziare come lui e tutta la Santa Sede abbiano scelto una strada comunicativa discutibile come quella di non voler smentire sulla stampa, altrettanto platealmente come erano state accolte, le sue esternazioni sulla tutela legale degli omosessuali. Perché?
Interrogativi insoluti a parte resta il dato di fatto di una Chiesa costantemente sotto attacco da parte delle forze laiciste e anticattoliche dell’Occidente e di un Papa costantemente al centro dell’attenzione che non sempre pare saper gestire la sua forte immagine mediatica e politica nel senso più profondo del temine.
In sostanza la Dottrina non cambia e Santa Madre Chiesa spalanca ancora di più le sue braccia a tutti coloro che se ne sentono parte: bianchi, neri, omosessuali, etero purché siano tutti fratelli in Cristo e non accoliti di qualche strano Ordine Mondiale che muore dalla voglia di sostituirlo con un’astratta e indefinita “umanità” regolata da un altrettanto astratto e indefinito “amore universale”.