Sulla legittimità di abortire, il dibattito scientifico, etico, e morale è a tutt’oggi ancora molto acceso.
Chi s’è almeno un po’ approcciato alle scienze biologiche, fisiche, genetiche e mediche sa senza ombra di dubbio, che in relazione all’istante in cui lo spermatozoo maschile feconda l’ovulo femminile, si può parlare appropriatamente dell’inizio di una nuova vita.
È lecito mettere in dubbio questo? Dubitare di questo instante primigènio in cui l’essere vivente viene concepito? Beh, direi che, pur essendo legittimo e assodato che nei tempi moderni delle culture democratiche occidentali, ognuno abbia sempre la libertà di dire la propria, questo non significa che si possano affermare cose evidentemente false.
E se andassimo ancora di più a monte della biologia fecondativa dei corpi? Se parlassimo di materia, la più infinitesimale, la più microscopica degli esseri, che spunti ne ricaveremmo? Non solo l’ovulo fecondato è l’inizio di una nuova storia di vita, ma pure gli atomi stessi lo sono nei loro nanometrici ordini di grandezza?
Diceva Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi (una delle menti più dirompenti e eccelse dell’inizio 900) che siamo fatti della stessa natura di cui sono fatti i sogni.
E se ci pensiamo meglio, tutto quello che ci circonda è energia degli atomi, quello che vediamo, quello che ascoltiamo, quello che tocchiamo, quello che odoriamo.
È come se fossimo tutti in una dimensione onirica condivisa. Quindi non solo dalla fecondazione biologica nasce una nuova vita, ma si può andare molto più a monte, se si riflette sull’infinitesimale delle dimensioni atomiche, degli elettroni, protoni, neutroni.
Per osservare il decadimento di un elettrone, bisogna attendere, in media, 66.000 Yotta (ovvero 10 alla 24) anni, un tempo di 19 ordini di grandezza più grande dell’età attuale dell’universo. È quanto hanno stimato i ricercatori della collaborazione internazionale Borexino, l’esperimento ai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN), che firmano un articolo su “Physical Review Letter”.
Quindi si può parlare addirittura di vita nucleare molto prima della fecondazione biologica e infinitamente dopo i decenni di vita dell’essere umano?
Sorge a questo punto una domanda: non è forse truffaldino lasciare queste decisioni (ed altre legate a temi etici) ai referendum sapendo che le masse non reagiscono in modo razionale ma secondo il senso comune del momento (pensiero unico) o secondo l’influenza dei media? Non è forse pura demagogia?