San Severino Marche – Anche per questo 2021 le manifestazioni per celebrare il patrono della città, San Severino Vescovo, si svolgeranno a “porte chiuse” e in forma ridotta a causa della pandemia.
Il programma ufficiale dei festeggiamenti prevede, alle ore 11, una Santa Messa solenne, con l’Offerta dei Ceri del Palio dei Castelli, nella basilica di San Lorenzo dove è attualmente custodita l’urna del santo.
Nel pomeriggio saranno esposte in piazza Del Popolo le Torri che sa anni danno vita alla rievocazione storica del Palio dei Castelli. Alle ore 21, sempre in piazza Del Popolo, saranno consegnati da parte del Comune di San Severino Marche riconoscimento ai volontari delle associazioni che si sono distinte per il lavoro svolto durante la pandemia.
Il fatto che la manifestazione sia stata annullata non ci impedisce però di ricordane le origini. Severino, nato intorno al 470 insieme a suo fratello Vittorino, dopo aver donato tutte le sue ricchezze ai poveri era diventato eremita su Monte Nero, proprio vicino alla località allora denominata Settempeda. Papa Virgilio nominò entrambi i fratelli Vescovi: Vittorino diventò Vescovo di Camerino e Severino di quella cittadina che oggi proprio in suo onore viene chiamata San Severino Marche. Morì le 545, è venerato come Santo e le sue spoglie sono conservate nella cripta del Duomo Vecchio.
La festa del patrono ebbe origine nel lontano 1197 (o 98) con la consacrazione della chiesa in cui si conservavano le sue spoglie da parte di 12 vescovi. Dalle fonti storiche sappiamo che fino alla metà del XIII secolo la festa si svolgeva nel mese di giugno e dal 1308, il Comune istituì una fiera per il giorno 8 giugno in occasione delle celebrazioni del Santo la cui statua in legno veniva portata in processione dalla Chiesa del Castello al Borgo sottostante. Nel 1390 Onofrio Smeducci, signore di San Severino fece realizzare in argento il busto per contenere il capo del santo. Quest’opera purtroppo non esiste più, perchè il busto venne fuso nel 1659 per ricavare l’argento necessario all’esecuzione di un nuovo busto, opera dell’orafo romano Sante Lotti.
I Festeggiamenti di allora prevedevano giochi come quelli dell’anello e della quintana, la corsa con i cavalli e, naturalmente, il mercato. Con l’Unità d’Italia la festa fu per molto tempo trascurata ma nel 1972, grazie all’Associazione Palio del Castelli, si ricominciò in modo solenne a rievocare gli avvenimenti del passato.
Nella settimana di festeggiamenti si rievoca il Corteo Storico con l’offerta di ceri, che porta fino al Castello il busto d’argento raffigurante il Patrono S. Severino. L’offerta dei ceri ricorda l’oblazione dei signori, sudditi degli Smeducci, che donavano ai custodi del Santuario sul Monte Nero una scultura in cera raffigurante una parte del loro castello, che posta su un piedistallo, veniva portata dal borgo al Monte Nero in spalla. A loro volta i custodi del Santuario fondevano queste opere d’arte per farne dei ceri da ardere tutto l’anno dinanzi all’urna del Santo.

Inizialmente il Palio dei Castelli si disputava ogni tre anni: erano i balestrieri di Gubbio e di San Sepolcro a gareggiare per i Castelli di San Severino. Dal 1984 si è incominciato a gareggiare tutti gli anni. Nel 1987 si è dato inizio ad una nuova disfida denominata “CORSA DELLE TORRI”. Il percorso da fare era quasi tutto in salita, si partiva da Piazza del Popolo per poi giungere al Piazzale Smeducci sito al Castello sotto la torre civica, passando per Madonna dei Lumi. Nel 1987 vinse il Castello di Parolito, che arrivò primo anche nel 1988, ma per alcune scorrettezze la vittoria fu assegnata al secondo classificato, il Castello di Sant’Elena. Dal 1990 il percorso è stato definitivamente cambiato. Si è scelto di far svolgere la corsa attorno alla piattaforma della stupenda Piazza del Popolo e con soddisfazione si è visto che essa era più spettacolare e più seguita dal pubblico.
Sempre nel 1990 si è costituita l’ASSOCIAZIONE PALIO DEI CASTELLI che tuttora gestisce la Corsa delle Torri e il Palio.
Speriamo quindi che il prossimo anno, in occasione dei cinquant’anni dell’era moderna della rievocazione, bancarelle, figuranti, falconieri, spettacoli e pranzi a base di ricette dell’epoca possano ancora invadere San Severino Marche e che la festa del Patrono con il suo Corteo Storico possa ritrovare gli antichi fasti.

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