Capisco che dopo 5 anni dal Sisma del Centro Italia sia necessario infondere ottimismo e proporre un traguardo per la Ricostruzione ma, dopo le promesse del Governo Renzi, di quello di Gentiloni, del Conte 1 e 2 e delle Regioni impegolate nell’attuazione di cento Ordinanze e alle prese con centinaia di decreti quotidiani, forse maggiore prudenza non guasterebbe.
Il Commissario Straordinario alla Ricostruzione invece, forse preso dall’entusiasmo per le davvero straordinarie risorse a disposizione , “mette la freccia a sinistra” e scavalca le Regioni, comprese le Marche che proprio sulla Ricostruzione post sismica aveva basato la vittoriosa campagna elettorale dello scorso anno.
I Marchigiani, che hanno vissuto esperienza di ricostruzione Post sismica (Ancona nel 1972 e Macerata1997) sanno bene che per una ricostruzione efficace, le risorse finanziarie sono importanti, ma decisivo è il modello di ricostruzione.
E francamente il modello di ricostruzione impostato 5 anni fa per le zone del Centro Italia colpite dal Sisma si è rivelato veramente deleterio. Modificarlo in corsa si è rivelata un’impresa. Oggi metterci le pezze rischia di rivelarsi un azzardo.
Forse servirà una grande collaborazione tra Comuni, Regione e Commissario, senza protagonismi, per ricucire un moderno, nuovo e più efficace modello di ricostruzione, evitando il rischio paventato dal Presidente Istao Pietro Marcolini, di non essere in grado di spendere in tempo tutte le risorse assegnate.

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